La Spezia e il Liberty
Nel 1903, l’Esposizione Universale di Torino segna la nascita dello stile Liberty in Italia, influenzato dal pensiero modernista di William Morris e dal grande magazzino londinese di Arthur Liberty, che introduceva l’artigianato moderno al pubblico italiano. Questo stile, caratterizzato da una poetica che abbraccia tutte le arti, trova terreno fertile anche a La Spezia, una città in piena espansione economica e urbanistica tra fine Ottocento e inizio Novecento. L’apertura dell’Arsenale Militare nel 1869 avvia una profonda trasformazione urbanistica e culturale. Il Liberty si diffonde inizialmente nel quartiere Umbertino, un’area operaia costruita in tempi record per accogliere i lavoratori provenienti da tutta Italia. Parallelamente, la nuova borghesia imprenditoriale edifica eleganti villini sulle colline affacciate sul Golfo, mentre il centro storico si arricchisce di piazze e giardini adornati con arredi in ferro battuto e ghisa, materiali tipici dell’epoca. La vita sociale si concentra nei caffè, lungo i portici di via Chiodo e nei giardini pubblici, spesso animati da feste e concerti. I teatri, come il Trianon di via Manzoni progettato nel 1907 da Vincenzo Bacigalupi, rappresentano un punto di riferimento culturale con la loro architettura elegante, ricca di dettagli decorativi. Nel clima di fermento economico, La Spezia attira artisti, artigiani e progettisti che plasmano il volto della città agli inizi del Novecento. Tra i principali protagonisti spiccano Vincenzo e Gino Bacigalupi, insieme ai costruttori Zanazzo, Sabatini e Nino Ferrari. Personalità poliedriche come Franco Oliva e lo scultore Augusto Magli creano opere innovative che segnano il passaggio dal Liberty al Decò, mentre Angiolo Del Santo interpreta con maestria lo stile Liberty nella scultura. Un ruolo fondamentale è svolto dagli artigiani, come Adolfo Boletto, celebre piastrellista, e dai pittori decoratori tra cui Cesare Lari, Felice Del Santo e i fratelli Luigi e Cesare Agretti, autori di affreschi significativi come quelli della Stazione Centrale. Questo insieme di talenti contribuisce a definire l’identità artistica e culturale della Spezia di primo Novecento, proiettando la città verso un futuro promettente.